Reggio Calabria, 1° marzo 2015 – “Gli industriali di Reggio Calabria sono assolutamente favorevoli ai controlli sulle merci che transitano dal porto di Gioia Tauro ma giudicano indispensabile rendere più efficiente il sistema e porre fine alla disparità di trattamento rispetto ad altri porti mediterranei. O si uniformano i controlli, almeno sulla sponda europea, o questa infrastruttura non avrà futuro”.
E’ quanto afferma Confindustria Reggio Calabria che giudica “essenziali le verifiche sui container che passano dalle banchine calabresi” ma, al tempo stesso, richiama l’attenzione sul “paradosso di un terminal che paga un prezzo carissimo in termini di business e di immagine, pur essendo quello in cui si compiono i maggiori sforzi per la sicurezza”.
Alcuni dati, rappresentati a Confindustria Reggio Calabria dalla società terminalista Medcenter, sono eloquenti: a fronte degli accertamenti ordinari che vengono eseguiti su tutte le merci, il 2 per cento dei container è sottoposto a doppio controllo (scanner e apertura del carico) contro lo 0,1 per cento di altre realtà come Valencia, Algeciras e il Pireo. Queste ultime sono verifiche certamente utili ma molto più complesse e dunque con un maggiore impiego di tempo. “Questi numeri – aggiunge l’associazione di via del Torrione – assumono un maggiore significato se valutati alla luce di altri importanti dati finora non adeguatamente considerati: il movimento di teus a Gioia Tauro rappresenta un terzo del totale italiano ma circa la metà dei container destinati al nostro Paese viene fatta sbarcare qui, dal momento che altri porti sono prevalentemente destinati alle esportazioni”.
Proprio il tema della evidente differenza dei controlli tra Gioia Tauro e i suoi competitor rende indispensabile, ad avviso di MCT e Confindustria, “un intervento amministrativo dell’Unione Europea perché rischia di essere alterata la concorrenza del mercato e pertanto la situazione dovrebbe essere attenzionata dalle autorità antitrust. Noi – scrivono ancora gli industriali – vogliamo controlli efficienti ovunque ma compatibili con i tempi di un mercato globale che non fa sconti a nessuno. E con specifico riferimento al nostro terminal, chiediamo un investimento dello Stato in uomini e mezzi per arrivare a una maggiore efficienza. Innanzitutto, occorre investire in strumentazioni tecnologiche, a partire da un sistema più capillare di videosorveglianza, che semplifichino le attività di controllo; e in secondo luogo, incrementare il personale di dogana e della Guardia di finanza per evitare l’assurdo della sospensione delle attività alle 17,30, peraltro solo nei giorni feriali, dal momento che nel weekend la dogana è chiusa. Eppure i picchi di traffico al porto si registrano spesso nel fine settimana”.
Una situazione surreale che sta portando sempre più spesso a vedere “polizze di carico rifiutate dagli spedizionieri se riportano la dicitura ‘Gioia Tauro’. Questi sono i problemi concreti del porto a cui occorre dare rapidamente delle risposte. Il nostro auspicio è che si riesca a rendere più efficiente ed equo un sistema indispensabile a garantire la sicurezza dello Stato e a contrastare la criminalità organizzata, ma che al tempo stesso non può soffocare il più importante sistema economico della Città metropolitana. Il porto dà lavoro a migliaia di persone oneste – conclude Confindustria Reggio Calabria – ed è compito delle istituzioni fare in modo che quei posti non siano messi a rischio dagli interessi della criminalità organizzata, pervasiva sì, ma pur sempre minoranza rispetto alla generalità di un popolo onesto e laborioso come quello calabrese”.