Home NewsDalle territoriali Dopo le analisi arriveranno le proposte?

Vibo Valentia, 4 agosto 2015 – I commenti ai dati Svimez hanno occupato in questi giorni intere pagine dei quotidiani, complice forse la scarsa presenza di notizie in questo strano inizio del mese di agosto o forse (ed in questo caso, peggio) perché molti dei commentatori non conoscevano, prima della presentazione dello studio, la reale situazione economica di questo nostro Sud?

Indipendentemente dai motivi che spingono a commentare i dati, appare chiaro il bisogno di confrontarsi e di ricercare soluzioni, quelle possibili, ovviamente, in maniera costruttiva e collegiale.

Non crediamo che i commenti, seppur qualificati e legittimi, da soli possano spostare anche solo di un centimetro la questione in avanti.

Se di passo in avanti bisogna parlare, di spinta nella soluzione di questioni piccole e territoriali prima, e di formulazione di una piattaforma più “alta” e lungimirante poi, allora abbiamo il dovere di sederci intorno ad un tavolo, parlare e decidere.

La navigazione in solitaria non ha prodotto alcun effetto e, al di là della situazione generalizzata di un Sud in forte affanno, esiste un “caso Vibo”. Una situazione ancora più asfittica e incancrenita in questa Calabria che brucia occasioni ed opportunità ogni giorno.

Abbiamo tutti il dovere di ascoltare e di comprendere le ragioni degli altri, ma è anche giunto il momento di produrre un minimo contributo pratico alla soluzione delle questioni.

Crediamo che questo possa avvenire, nel pieno rispetto delle differenti identità e dei ruoli, passando per un momento concertativo e partecipativo alle decisioni che devono essere frutto di una piena condivisione.

Portiamo ad un tavolo di confronto le differenti visioni e tesi, svisceriamole sino allo sfinimento ma poi, prendiamo, con responsabilità, una decisione.

Gli imprenditori sono pronti a fare rete ed a costruire una proposta con tutti i soggetti che vorranno assumere l’impegno di cimentarsi.

Non abbiamo timore di metterci in discussione e siamo aperti al confronto, purchè, esaurito il doveroso percorso di analisi si passi celermente a quello della proposta non generica ma strutturata sul chi, cosa e come fare in tempi certi e con il contributo ben delineato di ciascuno, senza campanilismi e appartenenze.

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