Confindustria Cosenza ha ospitato la presentazione del volume dell’architetto urbanista e scrittore Empio Malara “Lo specchio a tre ante, amore, anarchia, artemoda”, Chimera Editore.

Il libro, di ambientazione cosentina e riferita agli anni venti, racconta della storia familiare dei Malara-Gairo, che attraverso la biografia di personaggi dalla straordinaria integrità morale, hanno concorso alla crescita sociale, civile ed urbana del novecento.

Il presidente di Unindustria Calabria, Natale Mazzuca, nell’introdurre i lavori moderati da Giosi Mancini, ha sottolineato come «l’occasione della presentazione del volume sia importante e rappresenti un momento di crescita per tutti. Il valore della cultura è primario e contributi come quello fornito dall’architetto Malara costituiscono tasselli di grande interesse per continuare nell’opera della diffusione delle conoscenze e del patrimonio storico del territorio».

«Le pagine del libro – ha continuato il numero uno degli industriali calabresi Mazzuca – sono fotogrammi di una pellicola in cui il lettore. insieme all’autore, diventa protagonista di luoghi e tempi raccontati. Viene narrata, infatti, la storia di una grande impresa nel settore della moda, fatta di sacrificio, impegno e grande visione innovativa».

L’intervento del presidente Mazzuca si è chiuso con i complimenti verso l’autore. «Empio Malara ha dato grande valore all’architettura nazionale ed ha disegnato dal punto di vista urbanistico tante città importanti. Rappresenta un vero talento del Sud, di cui andar fieri».

Contributi appassionati e ricchi di spunti per la discussione sono emersi, nel corso dell’incontro, dagli esperti Ottavio Cavalcanti, Giusi Giannico e Serena Paolini.

L’autore ha ringraziato i numerosi presenti all’incontro, si è soffermato sulle vicende illustrate nel volume che hanno interessato il padre, sull’iniziativa imprenditoriale di sua madre, “sugli ambiziosi progetti architettonici sul territorio che rendono palpabile l’entusiasmo quasi febbrile prodotto dalla crescita economica del dopoguerra e dai poderosi mutamenti urbanistici e demografici della città di Cosenza”.