Roma, 11.01.2017 – “Entrambe le proposte, sulla modernizzazione degli strumenti di difesa commerciale e sul riconoscimento del Mes alla Cina (cambio di metodologia del calcolo del dumping), sono largamente insoddisfacenti. Il loro impianto complessivo penalizza significativamente l’industria italiana”.
Lo ha sottolineato il vicepresidente di Confindustria per l’Europa, Lisa Ferrarini, in un’audizione in commissione Attività produttive della Camera sulla comunicazione UE per la politica commerciale e sulla proposta di regolamento antidumping. “Per questo – ha segnalato Ferrarini – Confindustria si aspetta che anche nel prosieguo dell’iter il Governo italiano confermi la linea adottata fin dall’inizio del dibattito, improntata a mantenere un’efficace strumentazione di difesa commerciale europea e il rispetto delle condizioni di equa concorrenza nel commercio internazionale”.
La proposta di modernizzazione degli strumenti di difesa commerciale, ha osservato Ferrarini, costituisce un arretramento rispetto alle modifiche apportate nel 2014 dal Parlamento europeo. Quanto all’ipotesi di modifica della metodologia di calcolo del dumping qualora le importazioni provengano da Paesi dove non prevalgono condizioni di mercato, ha proseguito la vicepresidente di Confindustria, “essa presenta elementi di aleatorietà che equivalgono, di fatto, a concedere alla Cina lo status in questione”.
Ferrarini ha sottolineato in proposito che, “poiché l’intera comunità internazionale deve interpretare la richiesta cinese di essere considerata un’economia di mercato e mercati strategici come Usa e Giappone non l’hanno avvallata, fenomeni di trade diversion potrebbero acuire gli effetti del già considerevole dumping cinese a scapito dell’Europa”.