Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha innovato, in maniera sostanziale, la giurisprudenza relativa ai permessi lavorativi da legge 104.
La Corte ha stabilito, infatti, che il lavoratore che deve assistere un familiare affetto da handicap grave continua a godere del diritto ai tre giorni al mese di permesso anche se, nel frattempo, il rapporto di lavoro si è trasformato da full-time a part-time.
Secondo il Supremo Collegio, infatti, la riduzione dell’orario di lavoro, soprattutto se intervenuta in un rapporto lavorativo inizialmente a tempo pieno, non può pregiudicare la fruizione del diritto stabilito dalla legge.
E’ stato sottolineato come una variazione nella possibilità di usufruire dei tre giorni di permesso presenterebbe degli aspetti di discriminazione.
Al contempo, la Corte ha cercato di contemperare le varie esigenze, comprese quelle dei datori di lavoro. Infatti, per evitare che la fruizione di tali permessi si traduca in un sacrificio irragionevole per i datori di lavoro, la Corte afferma che la riduzione del permesso non opera se il part time presenta un’articolazione oraria superiore al 50%. Mentre in caso contrario è consentita.
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