Roma, 6 dicembre 2017 – Ieri Parlamento europeo, Commissione e Consiglio hanno raggiunto un accordo sulla riforma degli strumenti di difesa commerciale dell’UE, dossier all’esame delle istituzioni europee dal 2013 quando l’allora Commissario per il commercio De Gucht, ben prima che si aprisse il dibattito sulla possibile concessione dello Status di Economia di Mercato alla Cina, propose di rimodernare la difesa commerciale dell’UE.
“Un accordo senz’altro al di sotto delle aspettative dell’industria”, ha commentato Lisa Ferrarini, vicepresidente di Confindustria per l’Europa. “Dopo oltre quattro anni di negoziati era lecito attendersi di più. Al di là dei proclami della Commissione europea, per noi la decisione di ieri è molto difficile da mandar giù. Ci siamo battuti per creare un sistema più agile, efficace e trasparente per tutelare meglio le nostre PMI colpite da concorrenza sleale. Di fatto invece, con questo accordo si rischia di rendere ancora più opaco e farraginoso uno strumento, l’anti-dumping, che già per noi è più difficile da usare di quanto non lo sia per i nostri concorrenti extra-UE”. “Certo non mancano elementi positivi” ha proseguito la vicepresidente “si riducono i tempi di indagine, si fissano delle soglie minime di profittabilità per l’industria colpita dal dumping e si scardina per la prima volta il mantra della ‘regola del dazio minore’ che da sempre caratterizza la difesa commerciale UE. E tutto ciò non sarebbe stato possibile senza l’azione decisa del nostro Governo e di alcuni eurodeputati italiani. Ma di fatto per i produttori europei sarà molto difficile ottenere misure antidumping più alte, mentre gli importatori di prodotti a basso costo verranno avvertiti con largo anticipo della loro introduzione, cosa che fino ad oggi non accadeva”. “Luci e ombre, insomma.” conclude Ferrarini “Non è un mistero che in Europa siano presenti interessi molto divergenti. Ora attendiamo di vedere se e come Parlamento europeo e Consiglio formalizzeranno questo accordo. Confindustria continuerà in ogni caso a vigilare perché le nuove norme, una volta introdotte, vengano applicate nella maniera più rigorosa possibile.”