Reggio Calabria, 13 febbraio 2018 – “I dati forniti nel corso della presentazione del report relativo al primo semestre 2017 dalla Direzione investigativa antimafia della Liguria, confermano in pieno le nostre valutazioni in merito alla delicata questione sicurezza nel sistema portuale nazionale ed europeo. Quello che emerge è uno scenario estremamente complesso che richiede un’attenzione e una capacità d’analisi decisamente maggiori da parte di tutti gli attori direttamente coinvolti, istituzioni, imprese, parti sociali e mondo dell’informazione”.
E’ quanto afferma il presidente di Confindustria Reggio Calabria, Giuseppe Nucera, con riferimento agli esiti della relazione della Dia ligure secondo cui il porto di Genova avrebbe assunto un ruolo centrale per quanto riguarda il traffico degli stupefacenti controllato dalla ‘ndrangheta proveniente dal Sud America.
“Non ci sorprende la condizione in cui si trova il porto di Genova – prosegue Nucera – poiché da anni, ormai, sulla scorta di dati oggettivi forniti dalle autorità e dai vari organismi di settore, ci sforziamo di ripetere che la ‘ndrangheta è una piaga planetaria che da tempo ha messo radici e basi operative ovunque nel mondo. Le ultime notizie che arrivano dal capoluogo ligure parlano chiaro, laddove testimoniano la solidità della ‘ndrangheta e l’esistenza di una macroarea criminale che si estende fino al Piemonte e individua proprio nello scalo portuale genovese lo snodo privilegiato per i traffici illeciti. Sono dunque notizie allarmanti – sottolinea il presidente degli Industriali reggini – che impongono di andare ben oltre la stereotipata e limitata narrazione che da tempo indica in Gioia Tauro l’unico porto di riferimento di quella che è la più potente organizzazione criminale. Una narrazione evidentemente parziale che nel corso degli anni ha inciso negativamente sull’immagine, accentuandone la marginalizzazione, di un’area strategica e vitale per lo sviluppo dell’intero Mezzogiorno. Senza dimenticare i temi della competitività e dell’efficienza stessa del sistema portuale di Gioia Tauro, della proliferazione di norme e di regolamenti e di interpretazioni difformi che vengono fatte nei diversi porti, italiani ed esteri. Gioia Tauro – evidenzia il presidente di Confindustria Reggio Calabria – in questo contesto rappresenta un caso emblematico nell’intero scenario nazionale ed europeo. Sono tantissimi gli operatori internazionali che impongono alle compagnie di navigazione l’esclusione del porto calabrese proprio a causa dei controlli spropositatamente più numerosi rispetto a quanto accade nei porti concorrenti. Parliamo di quasi 14mila ispezioni sui container, pari al 2% di tutti i volumi movimentati, quando a Valencia si ispeziona appena l’1% del traffico, ad Algesiras lo 0,2% e al Pireo lo 0,01%. Si tratta di un tema molto delicato – conclude Nucera – su cui chiediamo l’impegno e l’assunzione di responsabilità da parte di tutti. Confindustria Reggio Calabria sta conducendo una forte battaglia sul fronte della legalità e per sostenere il processo di riscatto sociale e civile che deve partire da questo territorio, coinvolgendo in primis gli imprenditori che per la stragrande maggioranza operano nel pieno rispetto della legalità. Lo abbiamo fatto con la mia prima assemblea all’interno di un’azienda nel cuore di Gioia Tauro il cui titolare, l’imprenditore Angelo Sorrenti, da anni vive sotto scorta e lo abbiamo ribadito in occasione della recente pre assise organizzata da Confindustria nazionale sempre a Gioia Tauro alla presenza del presidente, Vincenzo Boccia. E da qui a breve ci faremo promotori di altre iniziative pubbliche che vedranno al centro il rilancio di Gioia Tauro e dell’intera area industriale, in un’ottica di sviluppo e legalità”.