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Dal 1° luglio 2018 cessazione eventuale monetizzazione TFR in busta paga – Le conseguenze

di admin

Dal 1° luglio 2018 cessa il periodo di operatività della monetizzazione del TFR in busta paga per quei lavoratori che volontariamente vi hanno aderito. Si tratta della cosiddetta quota integrativa della retribuzione (Quir) introdotta nel 2015 da una norma della legge di bilancio.

Nel periodo di operatività della monetizzazione del TFR (al massimo 38 mesi per chi ha deciso sin da subito di cogliere questa possibilità), sono rimasti sospesi sia i versamenti al fondo di tesoreria (per i destinatari), sia il finanziamento, tramite TFR, della previdenza complementare.

Con riferimento a quest’ultima, l’adesione del lavoratore dipendente è proseguita, senza soluzione di continuità, sulla base della posizione individuale maturata prima della monetizzazione nonchè dell’eventuale contribuzione a carico del lavoratore e del datore di lavoro.

Quali sono le conseguenze per gli adempimenti delle aziende? Dal 1° luglio 2018, dunque, in concomitanza con la fine del regime transitorio del TFR in busta paga, le aziende in cui sono occupati lavoratori che vi hanno fatto ricorso, dovranno ricordare di rettificare i contributi dovuti all’INPS e dovranno ritornare ad operare in linea con le scelte effettuate dagli interessati prima della cosiddetta monetizzazione. Inoltre le aziende con meno di 50 addetti perderanno la titolarità delle misure compensative di cui hanno beneficiato durante il periodo di operatività della Quir.

Per ogni informazione e chiarimenti è possibile rivolgersi agli uffici della Confindustria Territoriale di appartenenza.

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