San Demetrio Corone (Cs) – E’ stata firmata ieri la convenzione tra la filiera Madeo e Unicredit a supporto delle aziende che operano nel settore agroalimentare.
Un campo che rappresenta il 15% del Pil nazionale grazie alla possibilità di sviluppo offerte non solo a mangimifici, allevatori ed agricoltori, ma anche a tipografie per l’etichettatura o a imprese di trasporti per la distribuzione. Aspetti che sono stati analizzati nel dettaglio durante il partecipato incontro tenuto nel Chiostro del Collegio di Sant’Adriano a San Demetrio Corone alla presenza di numerosi imprenditori provenienti dall’intera Calabria, dalla Puglia e dalla Sicilia.
Ad aprire i lavori è stata Anna Madeo responsabile Commerciale e Marketing della Filiera Agroalimentare Madeo appena rientrata dal Giappone, uno dei 21 paesi in cui l’azienda commercializza i propri prodotti d’eccellenza cui 22% viene venduto all’estero. Un business che muove insieme all’intera filiera ben 85 milioni di euro l’anno con 250mila piantine di peperoncino, 5mila suini bianchi e 4mila suini neri allevati in regime di benessere animale, 500 kilowatt di energia prodotta da impianti fotovoltaici e 250 kilowatt da biogas. Il tutto in un ambiente sano e costruttivo per tutti i lavoratori che ha consentito alla Madeo Food di vincere tre premi per il welfare aziendale e due Good Pig Award. Una filiera che coinvolgendo anche comunità sociali come San Patrignano vanta oggi la crescita più alta dell’intero settore agroalimentare: ben 12% l’anno, 19% se si considera solo i prodotti ricavati dalla lavorazione del suino nero. “Per la prima volta – ha spiegato Anna Madeo della Madeo Food – si parla un linguaggio comune tra due stakeholder della filiera apparentemente molto lontani, ma con obiettivi comuni: la banca e l’impresa. Unicredit Italia ha sviluppato un nuovo progetto di filiera che prevede l’utilizzo di strumenti finanziari agevolati per tutte le aziende che ne fanno parte e ha selezionato la filiera Madeo come prima filiera del territorio calabrese per essere portavoce di questi importanti strumenti a supporto della crescita del territorio.
Il sindaco di San Demetrio Corone Salvatore Lamirata nel suo intervento ha ieri ricordato i rapporti rinverditi con l’Albania grazie alla visita ufficiale del presidente della Repubblica albanese Ilir Meta delle scorse settimane
Il Vice Presidente Nazionale di Confagricoltura Nicola Cilento si è complimentato con Unicredit per “l’apertura verso un territorio disagiato come la Calabria per sfatare luoghi comuni e investire potenziando l’agricoltura. Un segnale del cambiamento in atto del sistema bancario che dopo la crisi ha rivalutato quali siano i settori effettivamente produttivi”.
Il direttore di Confindustria Cosenza Rosario Branda, nel portare i saluti ed il plauso all’iniziativa da parte del presidente Natale Mazzuca, si è focalizzato sulla figura dell’imprenditore Madeo definendolo “un visionario che ha dimostrato come sia vincente l’idea della filiera, mostrando ai ‘colleghi’ la strada da seguire”. “La nozione che ogni singolo elemento – ha affermato Branda – è più debole rispetto all’insieme si trova alla base di questo concetto. Una filiera infatti è come una catena dove bisogna rafforzare gli anelli che vacillano. Onore al merito per Unicredit che crede nelle opportunità che questo metodo possa offrire per fare impresa e creare valore sul territorio”.
“L’aggregazione nel settore agroalimentare è la scelta da perseguire – chiarisce Corrado Martinangelo Presidente Nazionale Agrocepi. L’unica soluzione per sopravvivere è crescere. La filiera infatti è ricchezza comune sia per gli agricoltori sia per chi trasforma il prodotto”.
Giacomo Giovinazzo Direttore generale del Dipartimento Agricoltura Calabria ha spiegato come nella filiera non sia “solo un’impresa ad emergere, ma l’intero territorio. C’è ancora tanto lavoro da fare e ce la stiamo mettendo tutta per riuscire a favorire le filiere che attualmente sono il 30% nell’ortofrutta, l’1% nell’olivicoltura e lo 0% negli altri settori”.
Mauro D’Acri Delegato dell’assessorato Agricoltura Calabria ha sviscerato i dati degli investimenti nell’agroalimentare spiegando che i ritardi accumulati dalla Regione nel finanziare i progetti sono dovuti a “problemi per profilare i bandi e caricare le domande. Di 2.290 pervenute 1.090 erano sbagliate”. “Grazie ai Piani di Sviluppo Rurale finanziati dall’Unione Europea – sostiene D’Acri – abbiamo investito 185 milioni di euro ed ora siamo in attesa di ulteriori 66 milioni di euro per l’agroalimentare. Sui progetti collettivi abbiamo finanziato l’11% in più degli importi per incentivarne la creazione”.
“Sono 30 in tutta Italia le convenzioni siglate, – afferma Giuseppe Verde dell’Area Retail Calabria Nord Unicredit – 15 al Sud. Questa è la prima in Calabria. La forza del gruppo fornisce maggiore facilità di accesso al credito perché si supera il problema per i giovani e si consente un’innovazione per stare sempre al passo con i tempi. Il legame con il gruppo Unicredit da parte dell’intera filiera consente una vicinanza della banca dalla fase del conferimento, alla fase della produzione fino alla commercializzazione. Un sostegno a tutta la filiera che consente uno sviluppo integrato dell’intero territorio”.
“Si tratta di un linguaggio comune tra impresa e banca. Prima – ricorda Francesco Milillo Presidio Small Business Sud Unicredit – esistevano settori degli istituti di credito specializzati nel comparto agricolo con degli agronomi, oggi queste figure non esistono più. Unicredit ha quindi formato personale ad hoc per colloquiare con gli agricoltori”.
“Nelle nostre filiali – ha sottolineato Vincenzo Giuncato Business Center Calabria Unicredit – offriamo il supporto di analisti specializzati in agribusiness presenti soprattutto nelle sedi delle province di Cosenza e Crotone”.
A chiudere l’incontro è stato il presidente della filiera Ernesto Madeo. “Se veniamo finanziati – ha sostenuto Madeo – riusciamo a fare impresa e creare occupazione. La storia ci insegna che anche i grandi big che hanno scalato l’economia partendo da un garage hanno avuto bisogno delle banche per investire sulle loro idee. Ho fondato questa impresa nel 1984 perché credo in questo sogno e ora possiamo essere da esempio e sostegno per le altre imprese. Per crescere però bisogna abbandonare gli individualismi e fare rete. Il mercato ci chiede prodotti agroalimentari di qualità basti pensare che in Giappone un litro di olio calabrese consta 120 euro e le clementine vengono pagate 12 euro al chilo. Dobbiamo organizzarci per fornire il meglio. L’aggregazione è un approccio che si è rivelato vincente – ha continuato Ernesto Madeo – perché è innovativo soprattutto nell’agroalimentare. Noi abbiamo avuto questa brillante idea circa 30 anni fa. Abbiamo pensato che era giusto portare nelle tavole dei consumatori il prodotto facendone conoscere la provenienza. La filiera indica infatti il processo produttivo che parte dalla materia prima, dove nasce e vive l’animale, così come il peperoncino, come l’olio, e tutte le fasi della trasformazione fino ad arrivare al packaging, al confezionamento e alla distribuzione. Ciò fornisce qualità e servizi al consumatore, garanzia sulla provenienza, sicurezza alimentare perché non vengono utilizzati né antibiotici negli allevamenti né fitofarmaci sulle colture. Lavoriamo prodotti biologici che non sono stati trattati con prodotti chimici. Abbiamo compiuto un importante passo – ha concluso il presidente della Filiera Madeo – perché siamo stati la prima azienda che ha siglato un contratto di filiera in Calabria con un istituto come Unicredit che ha creduto molto nella nostra idea e ciò ci aiuterà tantissimo sia per sviluppare nuovi progetti sia per finanziare nuovi mercati. Un processo che porta ad incrementare le produzione e aumentare l’occupazione a beneficio del territorio”.
(cit. e foto quicosenza.it)