La manifattura italiana vanta una consolidata leadership a livello mondiale eppure è largamente diffusa l’idea che essa sia da tempo affetta da un forte deficit di competitività.
Questa visione si fonda su un’analisi parziale delle statistiche della crescita, perché circoscritta alle stime del valore aggiunto e della produttività in volume (ossia misurate a prezzi costanti). Stime che non colgono adeguatamente il processo di miglioramento qualitativo dell’offerta che ha caratterizzato, su larga scala, la manifattura italiana nell’ultimo ventennio.
Ci sono problematiche metodologiche e interpretative insite nelle statistiche della crescita a prezzi costanti, che sono largamente sottovalutate nell’analisi corrente e rendono non scontato il confronto tra paesi, anche all’interno della UE.
In chiave di policy, l’analisi evidenzia che: 1) per capire i problemi del sistema produttivo italiano (che esistono) è necessaria una chiave di lettura coerente con tutte le informazioni a disposizione, e non basata su una sola di esse ; 2) è estremamente urgente che in sede europea si decida di standardizzare le metodologie di calcolo delle statistiche della crescita perché ne va della corretta comparazione degli stessi andamenti del PIL tra paesi.