Gli investimenti in Italia avevano ripreso ad aumentare da inizio 2015. Il recupero, fino all’inizio del 2018, è stato guidato da quelli in macchinari e mezzi di trasporto, spinti dagli incentivi. Dall’estate dello scorso anno la crescita degli investimenti, però, si è sostanzialmente fermata, nonostante la risalita di quelli in costruzioni.
Il freno agli investimenti delle imprese è venuto sia dall’esaurirsi della spinta degli incentivi, sia dal netto peggioramento delle attese di domanda, crollate da inizio 2018. Ciò ha riflesso il peggioramento dello scenario domestico e le crescenti tensioni commerciali internazionali.
A queste difficili condizioni si è aggiunto un vincolo stringente sui volumi di credito disponibili. Le imprese italiane stanno chiedendo più credito alle banche, per finanziare i progetti produttivi. Tuttavia, dal lato dell’offerta si è avuto un irrigidimento, da metà 2018, a riflesso del rialzo dei rendimenti sovrani, che ha accresciuto il costo della raccolta bancaria e svalutato i portafogli di titoli. Gli istituti stanno scaricando tali oneri in minori volumi, maggiore richiesta di garanzie, costi addizionali, non sui tassi di interesse. Perciò, le imprese italiane sono tornate a subire un calo dei prestiti da inizio 2019 e hanno meno risorse per investire.
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