“La presenza in Calabria del presidente Conte e dei ministri Provenzano e Azzolina è la conferma di un’attenzione delle istituzioni nazionali verso la nostra terra, che non possiamo non apprezzare”.
È quanto afferma il presidente di Unindustria Calabria, Natale Mazzuca, dopo la conferenza stampa tenuta dal Governo per la presentazione del ‘Piano per il Sud 2030’.
“La scelta di Gioia Tauro, come luogo simbolico dal quale far partire il piano decennale di investimenti per il futuro del Mezzogiorno e del Paese, ha grande significato perché testimonia la consapevolezza dell’esecutivo in ordine al ruolo della più importante infrastruttura di transhipment italiana. Ovviamente – prosegue Mazzuca anche a nome dei presidenti delle territoriali di Unindustria Calabria, Fortunato Amarelli, Rocco Colacchio, Aldo Ferrara, Mario Spanò e Domenico Vecchio – tante volte, nel corso dei decenni, i rappresentanti dei governi che si sono susseguiti alla guida dell’Italia hanno annunciato investimenti destinati a migliorare l’economia calabrese e meridionale. Tuttavia, la storia ha spesso dimostrato, specie in realtà particolarmente complesse come quella calabrese, che le migliori intenzioni pubblicamente manifestate non si sono quasi mai tradotte in realtà. Il nostro auspicio è che questa sia davvero la volta buona – dice ancora il presidente di Unindustria Calabria – perché il tessuto sociale e produttivo di questa terra, meravigliosa per quanto afflitta da tanti problemi, non ha intenzione di arrendersi al pessimismo. Guardiamo dunque agli annunci sull’alta capacità, sulla riduzione dei tempi di percorrenza della tratta ferroviaria tra la Calabria e Roma e sul terzo macrolotto dei lavori della Ss 106 Ionica in maniera fiduciosa e laica. Così come troviamo opportuna e seria la scelta di vincolare il 34% degli investimenti futuri del Paese a favore del Mezzogiorno. Tutto ciò però non basta. Abbiamo bisogno di un sistema aeroportuale pienamente efficiente e soprattutto di una pubblica amministrazione più snella e flessibile. Emblematico, in tal senso, è il ritardo delle misure legate alla Zes che fatica a prendere concretamente il via. Esprimiamo comunque soddisfazione per le premesse di questo nuovo percorso che il Mezzogiorno si appresta ad affrontare, auspicando un sempre maggiore coinvolgimento delle associazioni di categoria e delle parti sociali perché i processi di riforma, specie in campo economico, non possono essere calati dall’alto – conclude Mazzuca – ma vanno condivisi con i territori e gli attori dello sviluppo locale”.