“Abbiamo l’impressione che non siano chiare a sufficienza le conseguenze potenzialmente catastrofiche della crisi del coronavirus sull’economia.
Ci troviamo di fronte a uno scenario di vera e propria guerra, dinanzi al quale ci sembra che non si sia neppure capito bene di che tipo di ‘armi’ ci sia bisogno per difendere il sistema produttivo”.
Il presidente di Confindustria Reggio Calabria, Domenico Vecchio, interviene così sull’attuale, difficilissima, congiuntura in atto.
“Abbiamo apprezzato l’equilibrio ma anche la chiarezza e la fermezza con cui la Confindustria nazionale e, a livello regionale, Unindustria Calabria, in rappresentanza del nostro mondo, hanno messo in evidenza le ombre più che le luci delle misure fin qui adottate a sostegno dell’impresa – spiega l’ingegnere Vecchio. Provvedimenti timidi, del tutto insufficienti per fronteggiare la situazione nella quale ci ritroveremo quando, e speriamo ciò avvenga al più presto, la crisi sanitaria sarà superata. Le prospettive sono drammatiche: secondo i principali osservatori economico-sociali del Paese, oltre la metà delle attività produttive italiane rischia di non riaprire più. E ciò sarebbe un vero e proprio tsunami non solo economico ma anche sociale”.
Per evitare la “catastrofe”, come viene definita senza mezzi termini dal massimo rappresentante di Confindustria Reggio Calabria, “l’unica ricetta possibile è quella che, con la consueta lungimiranza, è stata prospettata dall’ex presidente della BCE Mario Draghi: inondare i mercati di liquidità attraverso iniezioni massicce di denaro nel circuito economico. Come il celeberrimo ‘whatever it takes’ ha salvato l’economia continentale e la stessa idea di Europa al culmine della tempesta finanziaria del 2012, così oggi il presidente Draghi ha indicato l’unica strada per mettere in sicurezza le imprese e il mondo del lavoro”.
Il punto cruciale, ad avviso del presidente Vecchio, “è proprio l’accesso al credito. Oggi i tradizionali meccanismi per la concessione di liquidità alle imprese devono necessariamente essere accantonati. Continuare a tener presenti fattori quali il ‘rating bancario’ significa condannare le aziende a non avere futuro, costruendo così una vera e propria bomba socio-occupazionale destinata a deflagrare nei prossimi mesi”.
Il vertice di Confindustria Reggio Calabria prosegue: “Sono quotidianamente in contatto con tantissimi imprenditori della nostra provincia, che sono molto allarmati per la situazione e soprattutto per le prospettive future. Credo che, anche per la particolare condizione economica del Reggino, sia ineludibile un intervento delle autorità pubbliche, della Regione e della Città metropolitana, per sostenere l’accesso al credito delle nostre imprese. Gli enti, direttamente o attraverso le società controllate che si occupano di finanza, svolgano una funzione di garanzia dell’intera esposizione delle imprese nei confronti degli istituti bancari, ai quali non vanno lasciati alibi di sorta. Non crediamo che la mera sospensione delle rate dei mutui e il rinvio, peraltro a breve scadenza, dei versamenti fiscali possano soddisfare le necessità del mondo produttivo: è solo un modo per spostare in avanti i problemi che però si ripresenteranno tra qualche mese con gli interessi. Infine – conclude il presidente di Confindustria Reggio Calabria – anche attraverso l’autorevole intervento del sistema Unindustria Calabria, credo sia necessario sollecitare l’avvio della cabina di regia regionale sull’economia, alla quale però riteniamo debba sedere anche il Ministero per il Sud e la Coesione territoriale. E’ trascorso qualche mese da quando è stato presentato dal Ministro Provenzano il Piano per il Sud. Crediamo sia indispensabile mettervi mano con urgenza riadattandolo alle nuove esigenze emerse dalla crisi del Covid-19”.