Il decreto Sostegni bis, approvato il 20 maggio scorso dal Consiglio dei Ministri, dedica spazio al pacchetto credito e liquidità, prorogando la moratoria sui finanziamenti e l’intervento straordinario del Fondo di garanzia PMI fino al 31 dicembre 2021.
Un aiuto per le imprese verrà dato non solo con i contributi a fondo perduto, ma anche in modo indiretto, con la proroga delle moratorie attualmente in atto.
Chi è titolare di una sospensione garantita potrà prorogarla oltre la scadenza attuale del 30 giugno. La nuova scadenza sarà il 31 dicembre 2021, ma solo per la quota di capitale.
La proroga non scatta in modo automatico, ma occorre inviare la richiesta via mail entro il 15 giugno 2021.
Il nuovo Decreto Sostegni bis, infatti, conferma la proroga a fine anno dei finanziamenti con garanzia pubblica e ne consente anche l’allungamento da 6 a 10 anni senza subire penalizzazioni sulla percentuale garantita.
Per i prestiti già concessi da Sace e dal fondo per le Pmi (superiori a 30 mila euro) la percentuale resta invariata.
L’estensione della garanzia va richiesta di pari passo con la domanda di allungamento.
La conferma della percentuale garantita al 90% vale anche per le operazioni di ristrutturazione.
Le novità riguardano in particolare i prestiti chiesti dopo il 30 giugno:
- la garanzia scende dal 100 al 90% per i prestiti fino a 30mila euro;
oltre i 30mila euro la garanzia scende dal 90 all’80%, a prescindere dalla durata richiesta.
Moratorie: proroga a fine anno solo per la quota capitale
Per le moratorie arriva la proroga a fine anno della sospensione solo per la quota capitale. Chi è interessato a proseguire oltre il 30 giugno deve fare una semplice comunicazione, anche via mail, alla banca entro il 15 giugno.
Il decreto Sostegni bis conferma la moratoria mutui fino al 31 dicembre 2021, ma la proroga si applica alla sola quota capitale e non agli interessi.
In secondo luogo, la proroga non è più automatica: pur non dovendo presentare una vera e propria domanda, in quanto tale passibile di rifiuto, le imprese, anche quelle già ammesse alla moratoria, dovranno dichiarare l’intenzione di continuare ad usufruire dell’allungamento/sospensione delle rate, inviando una comunicazione all’istituto di credito. Questa comunicazione può essere trasmessa anche via email, ma deve pervenire entro la scadenza del 15 giugno 2021.
Il Decreto Sostegni bis introduce delle novità:
- la copertura resta al 100% per i finanziamenti in essere fino a 30mila ed è confermata al 90% per quelli di importo superiore anche in caso di allungamento della durata dei prestiti fino a dieci anni, le regole cambiano per i prestiti richiesti dopo il 30 giugno;
- la riduzione della garanzia in caso di allungamento della durata del debito oltre i sei anni, che passa dal 100% al 90% per i prestiti entro la soglia di 30 mila euro e dal 90% all’80 per quelli di importo superiore a 30 mila euro.
Sempre nell’ambito del Fondo PMI il decreto introduce uno strumento di garanzia pubblica di portafoglio a supporto dei crediti a medio lungo termine per finanziare progetti di ricerca e sviluppo e programmi di investimento presentati di imprese fino a 500 dipendenti.
Proroga al 31 dicembre 2021, inoltre, per Garanzia Italia, lo strumento previsto dal decreto Liquidità per sostenere – attraverso la garanzia di SACE e la controgaranzia dello Stato – la concessione di finanziamenti alle attività economiche e d’impresa danneggiate dall’emergenza Covid-19 e che la legge di Bilancio 2021 ha potenziato consentendone l’impiego anche per rinegoziare o consolidare indebitamenti esistenti.
Per favorire la patrimonializzazione delle imprese, il Decreto Sostegni bis ha stanziato 2 miliardi di euro per finanziare un regime transitorio straordinario della disciplina dell’Aiuto alla Crescita Economica (ACE) per gli aumenti di capitale fino a 5 milioni di euro, con la possibilità di trasformare il relativo beneficio fiscale in un credito d’imposta compensabile per il 2021.
Uno stanziamento da 1,6 miliardi è invece diretto a favorire lo smobilizzo dei crediti tributari e contributivi, portando a 2 milioni di euro il limite annuo dei crediti d’imposta compensabili o rimborsabili.