“PNRR: sfide, insidie, opportunità” è il tema del dibattito promosso da Confindustria Cosenza, sede territoriale di Unindustria Calabria, e da Anci Calabria, che si è svolto nel salone delle conferenze dell’Associazione degli Industriali Cosentina, inserito nell’ambito della XXª Settimana della Cultura d’Impresa e del PMIDAY di Confindustria.
“Realizzare progetti concreti e cantierabili rispetto ai fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – ha detto il presidente di Confindustria Cosenza Fortunato Amarelli – sarà la vera sfida a cui siamo chiamati tutti, imprenditori e amministratori. Serve farsi trovare pronti e lavorare insieme individuando azioni congiunte perché è solo così che i fondi potranno arrivare per essere utilizzati. Il Piano non contiene solo una ripartizione di risorse, ma una vera e propria immagine di futuro per la prossima generazione europea, disegnata intorno ai concetti di transizione, economia circolare e sostenibile, rivoluzione digitale, superamento delle iniquità territoriali, sociali e di genere”.
“Analogamente a quanto previsto a livello nazionale, in ottica PNRR, sarebbe utile istituire una cabina di regia regionale – ha aggiunto il presidente regionale di Anci Marcello Manna – per mettere a fuoco le necessità dei territori e, nella stessa misura, per armonizzare quanto previsto nel Pnrr con il Por in corso di definizione, per evitare inutili duplicazioni. Serve rafforzare gli aspetti legati alle competenze investendo sulla formazione, soprattutto di giovani e donne. Sarà importante predisporre progetti strategici capaci di fare sintesi dei molteplici obiettivi di crescita e sviluppo, di cui soprattutto la Calabria e tutto il Mezzogiorno hanno bisogno”.
Per Giovan Battista Perciaccante, presidente dell’Associazione Nazionale Costruttori Edili per la Calabria e Cosenza “il PNRR dovrà coniugare crescita e coesione territoriale, riducendo i divari fra le regioni d’Italia, a cominciare da quello infrastrutturale, con il prolungamento dell’Alta Velocità ferroviaria sulla Salerno – Reggio Calabria, con il potenziamento e la modernizzazione del porto di Gioia Tauro, l’ultimazione del sistema autostradale, il completamento della 106 Jonica, l’implementazione delle principali trasversali, l’infrastrutturazione delle Zone Economiche Speciali, la realizzazione di un robusto piano di edilizia scolastica, la digitalizzazione delle pubbliche amministrazioni e del sistema produttivo, la costruzione di ospedali, la messa in sicurezza del territorio, il potenziamento delle infrastrutture idriche, la tutela del patrimonio storico ed artistico”.
La discussione, moderata da Rosario Branda, direttore di Confindustria Cosenza, ha registrato anche il saluto dell’Assessore comunale Veronica Buffone e l’intervento del professore ordinario di Economia Applicata dell’Università della Calabria Domenico Cersosimo che ha svolto la relazione tecnica, evidenziando le criticità di un Piano che prevede linee già tracciate, tempi stretti ed assenza di monitoraggio, una asimmetria tra investimenti e spesa corrente, in uno con le opportunità che possono derivare da un dialogo serrato e costruttivo tra tutte le parti.
Per Natale Mazzuca, vice presidente di Confindustria per l’Economia del Mare, a cui sono state affidate le conclusioni, “il PNRR è la più grande sfida che l’Italia sta affrontando, dopo la ricostruzione del secondo dopoguerra. Dobbiamo e possiamo invertire un processo ventennale in cui progressivamente il nostro Paese, e soprattutto il Mezzogiorno, si è allontanato dall’Europa. E possiamo farlo puntando su investimenti, innovazione e sviluppo, in una logica di coesione socioeconomica e territoriale. Oltre al PNRR, con il Piano di investimenti complementari, la programmazione dei Fondi strutturali europei e il Fondo sviluppo e coesione potremo disporre di risorse finanziarie senza precedenti. Non mancano tuttavia rischi rilevanti legati soprattutto al mancato rispetto dei tempi e all’inadeguatezza del nostro sistema politico-amministrativo. Ma l’ingente quantità di fondi e gli strumenti di riforma possono imprimere una svolta decisiva all’efficienza della P.A., dotandola di mezzi tecnologici e risorse umane qualificate, capaci di dare opportunità reali ai giovani del Sud contro l’inaccettabile fenomeno dell’emigrazione qualificata”.