«Decontribuzione Sud fondamentale per dare più slancio alla crescita» è il titolo che il quotidiano nazionale Il Sole 24 Ore ha scelto di attribuire all’intervista, a tutta pagina, al vicepresidente di Confindustria per le Politiche strategiche per lo sviluppo del Mezzogiorno, Natale Mazzuca, pubblicata oggi.
Il vice presidente Mazzuca sottolinea come sia “il momento di spingere, di cogliere i segnali di vitalità che arrivano dal Mezzogiorno e adottare le strategie per liberare e accompagnare le potenzialità del Sud, puntando alla crescita. Occorre una visione strategica, che rafforzi le politiche adottate finora, che crei filiere strutturate attorno alle eccellenze meridionali, che aumenti la dotazione infrastrutturale” e “sostenga la capacità produttiva del Mezzogiorno per bilanciare il differenziale negativo del fare impresa al Sud, dovuto a fattori noti e ancora irrisolti, come le infrastrutture e la qualità dei servizi pubblici essenziali”.
Nel merito delle misure in via di definizione, per il vicepresidente “condividiamo la scelta del rigore sui conti pubblici, ma ad oggi la manovra è debole sul versante degli investimenti e nel sostegno alle imprese che investono” perché “occorre una visione strategica che rafforzi le politiche adottate finora per superare i gap del Mezzogiorno”.
Per la Zes unica Mazzuca sottolinea che “diamo atto che c’è un segnale di attenzione con il rifinanziamento per 1,6 miliardi del credito d’imposta sugli investimenti della Zes unica per il 2025. Apprezziamo anche l’apertura della discussione, in Parlamento, sulla possibilità di cumulare questa agevolazione con il credito di imposta 5.0, opzione che sarebbe necessaria” ma “per dare maggiore certezza alle imprese per le scelte di investimento servirebbe un orizzonte temporale di medio periodo”.
Confindustria vuole contribuire alla costruzione di una nuova misura perché “le nuove agevolazioni per le assunzioni di soggetti svantaggiati non compensano la perdita di uno strumento rilevante come Decontribuzione Sud”. Per avere un’idea dell’impatto di questa misura: lo scorso anno ha riguardato 3 milioni di lavoratori, due su tre a tempo indeterminato, con la metà delle assunzioni agevolate in aziende oltre i 15 dipendenti.
Si tratta di misure importanti per il Mezzogiorno che, dalla pandemia in avanti, ha mostrato segnali positivi “di una capacità competitiva e di un potenziale di sviluppo del Mezzogiorno che va liberato e rafforzato non indifferenti”: un tasso di crescita del pil superiore al resto del paese, cioè 3,7 punti cumulati dal 2019, contro i 3,3 del Centro-Nord; esportazioni in forte crescita, con 13 punti in più dal 2019, 4 in più rispetto al resto d’Italia; l’occupazione è aumentata di oltre 3 punti percentuali, nonostante i fenomeni migratori, l’export in crescita.