“Tempi brevi per salvare l’economia e la tenuta sociale del Paese”. Questo l’allarme lanciato da Natale Mazzuca, presidente Unindustria Calabria e presidente del comitato Coesione territoriale di Confindustria, intervistato dalla giornalista Maria Teresa Improta dell’Adnkronos.
“L’80% delle imprese in Calabria – ricorda Mazzuca – sta utilizzando gli ammortizzatori sociali. Questo significa che la maggioranza delle imprese calabresi non lavora. Condizione grave che potrebbe avere esiti drammatici e che lascia riflettere sulle potenziali conseguenze sull’economia reale qualora il mercato e l’intero sistema non ripartissero. È evidente che sostenere le imprese significa dare lavoro: supportare i lavoratori, le famiglie calabresi ed italiane. Bisogna dare alle aziende la possibilità di pagare fornitori e lavoratori altrimenti, bloccata la catena economica, si pone a serio rischio la tenuta sociale del Paese”.
“I finanziamenti alle imprese – propone il presidente del comitato Coesione territoriale di Confindustria e di Unindustria Calabria – devono passare innanzitutto dalla riduzione della burocrazia, sistema che con i suoi tentacoli blocca una serie di azioni e misure per farci ripartire e rendere competitivi. È un paradosso che abbiamo le risorse da investire, si vogliono fare le cose, ma tutto rimane bloccato. In Calabria la disoccupazione generale è al 25%, quella giovanile al 55%. È necessario, come nel resto del Paese, riaprire le attività produttive. In maniera graduale e scaglionata, nel rispetto massimo dalle norme di sicurezza sanitarie concordate da Governo e parti sociali ed intensificate”.
“Non possiamo più aspettare – allerta Natale Mazzuca – perché si rischia il default del sistema economico con la chiusura definitiva di migliaia di imprese ed un’immensa emorragia di posti di lavoro. Invito a far ripartire le imprese perché significa sostenere la tenuta sociale dell’intero Paese, poter progettare il domani. Oggi, con la chiusura delle attività produttive e dei servizi, la Calabria sta perdendo circa 1 miliardo e 500 milioni di euro al mese. Gli effetti su una regione con un ritardo socio economico importante come quello calabrese potrebbe essere pericoloso. È una lotta contro il tempo per non fare morire le imprese. Certo si poteva fare molto di più”.
Il presidente del comitato Coesione territoriale di Confindustria e presidente Unindustria Calabria, Natale Mazzuca, allerta sui rischi di un potenziale default economico sollecitando risposte in tempi celeri. “Abbiamo a disposizione un arco temporale ridottissimo per intervenire. Siamo impegnati – spiega all’Adnkronos Mazzuca – in continue interlocuzioni, con gli imprenditori, con le forze sindacali, le associazioni ed una task force dedicata condividendo idee e contributi. Tutti gli operatori chiedono quando riusciranno ad avere i soldi per pagare lavoratori e fornitori. La questione del tempo è fondamentale. Le procedure per avere i finanziamenti devono essere veloci, non standard”.
“Oggi è essenziale accelerare l’erogazione di liquidità alle imprese rivedendo fattori critici come i tempi di restituzione. Sei anni per coprire il prestito iniziale sono troppi pochi in questa emergenza .Bisogna dare alle imprese il tempo di poter recuperare, rientrare nel mercato e soddisfare tutte le proprie obbligazioni di tipo fiscale, amministrativo, previdenziale. Basilare il ruolo delle banche affinché le misure che sono state adottate abbiano degli effetti reali sull’economia. Gli istituti di credito – afferma il presidente Mazzuca – devono essere pronte ad operare rapidamente, come richiede l’emergenza che stiamo vivendo. Il rischio è quello di arrivare quando ormai è troppo tardi. Tra le priorità quella di iniziare a liquidare alle aziende i 60 miliardi di euro di crediti vantati con la pubblica amministrazione. In questo momento sarebbe un’ottima occasione per dare ossigeno e rispettare i diritti delle imprese. Dobbiamo lavorare insieme con responsabilità ed equilibrio per cercare di tutelare l’intero sistema. Questa è una tempesta epocale. Le misure che la Regione Calabria sta per attivare nascono dall’ascolto delle imprese, delle parti sociali e devono essere integrate con gli strumenti nazionali in campo. La situazione è drammatica, ma con la partecipazione di tutti ce la possiamo fare”.