Una intervista a tutto tondo al Presidente della sezione edile Ance di Confindustria Cosenza Giuseppe Galiano, pubblicata da Gazzetta del Sud, fa il punto su cosa si muove intorno ad uno dei settori più importanti per l’economia calabrese.
L’edilizia si appresta ad affrontare una fase complessa: dopo il recente decreto di regolamentazione dei bonus e in vista della prevista scadenza 2026 per i lavori del Pnrr, mancano prospettive solide per il futuro e gli imprenditori chiedono attenzione la semplificazione dei sistemi procedurali.
La denuncia degli imprenditori aderenti ad Ance si concentra innanzitutto sulle lungaggini della burocrazia che condizionano i lavori per la realizzazione delle opere pubbliche, sul fatto che alle imprese vengano riconosciute le spettanze sempre in ritardo, problema connesso anche alle stringenti scadenza del Pnrr.
«Il settore dell’edilizia – dichiara Galiano – nella sua accezione più ampia, potrà contare, almeno fino al 2026 sui fondi del Pnrr. La rimodulazione di più di metà di tali investimenti ha comportato la cancellazione di alcuni interventi per i quali erano state riscontrate criticità. In questa ottica è da apprezzare lo sforzo messo in atto dal Governo che ha garantito la loro copertura finanziaria. È stata così accolta, infatti, una richiesta più volte formulata dall’Ance tesa a evitare il definanziamento dei progetti usciti dal Piano ed in particolare gli investimenti medio-piccoli destinati ai comuni. Nella stessa misura, a causa dell’introduzione di meccanismi di riprogrammazione o definanziamento pressoché automatici degli investimenti che faranno registrare ritardi nei cronoprogrammi, esprimiamo grande preoccupazione per il rischio di sostanziale perdita di efficacia della strategia pluriennale di rilancio degli investimenti. Risulta di tutta evidenza, infatti, che l’introduzione di questi meccanismi accresce il rischio di riduzione degli investimenti in un contesto di prevedibili politiche di bilancio restrittive per effetto del ritorno al rispetto dei vincoli imposti dal Patto di stabilità».
In allegato l’intervista.