Home News tematicheAmbiente e energia Transizione 5.0 e progetti che generano rifiuti

Transizione 5.0 e progetti che generano rifiuti

di Unindustria Calabria
36 visualizzazioni
A+A-
Resetta

Per i progetti che generano rifiuti speciali pericolosi nell’ambito di transizione 5.0 si sono consolidate le interpretazioni operative sui criteri di ammissibilità per i relativi progetti. Le interpretazioni consolidatesi introducono un criterio coerente con gli obiettivi della transizione ecologica che mira a coniugare crescita economica e riduzione dell’impatto ambientale attraverso l’innovazione tecnologia.

L’aspetto cruciale chiarito riguarda l’apparente contraddizione tra la realtà operativa della gestione dei rifiuti ed i requisiti formali della norma (art. 5 DM 24 luglio 2024). Il decreto sembrava escludere le operazioni R13 (messa in riserva) e D13-D15 (deposito preliminare) dal novero della attività ammissibili, creando un potenziale cortocircuito applicativo. Il problema era evidente: nella pratica quotidiana, i produttori iniziali di rifiuti conferiscono quasi sempre i rifiuti ad impianti intermedi che effettuano operazioni di deposito preliminare o messa in riserva.

Il formulario di identificazione del rifiuto (Fir) riporta questi codici (R13, D13-D15), non la destinazione finale effettiva. L’interpretazione consolidatasi evita di escludere una moltitudine di imprese dai benefici. L’orientamento interpretativo consolidato risolve questa criticità confermando che “le operazioni di gestione rifiuti R13, D13, D14 E D15 non sono operazioni di distruzione del rifiuto, ma sono solo operazioni intermedie di deposito prima del conferimento finale verso operazioni da R1 a R12 e da D1 a D12”.

In pratica questo significa che l’azienda è ammessa al finanziamento a condizione che sia in grado, anche attraverso il proprio fornitore di servizi, di documentare la destinazione finale del rifiuto. Relativamente al calcolo delle soglie percentuali, per quanto riguarda la determinazione della soglia del 50% di rifiuti pericolosi destinati allo smaltimento, l’interpretazione prevalente stabilisce che il calcolo va effettuato rapportando i rifiuti speciali pericolosi destinati allo smaltimento al totale dei rifiuti speciali pericolosi prodotti. La verifica deve essere effettuata rispetto all’anno precedente all’invio della comunicazione relativa a Transizione 5.0. Questa metodologia di calcolo, che esclude i rifiuti non pericolosi dal computo, garantisce una applicazione rigorosa ed uniforme del principio Dnsh, assicurando che l’attenzione resti focalizzata sulla gestione delle frazioni a maggior impatto ambientale.

L’aspetto più complesso riguarda l’applicazione del criterio relativo alle comunicazioni Prtr (Pollutant release and transfer register) per le aziende che superano la soglia del 50% di rifiuti pericolosi destinati a smaltimento. Il decreto prevede che le imprese possano accedere ai benefici se negli ultimi cinque anni non hanno superato per più di due volte le soglie di comunicazione Prtr (due tonnellate/anno di rifiuti pericolosi). Tuttavia un approfondimento interpretativo ha precisato l’ambito di applicazione di questa disposizione. Le aziende soggette al regime Ippc (Integrated pollution prevention and control), dotate di autorizzazione integrata ambientale possono utilizzare il criterio Prtr come “seconda chance”. Si tratta tipicamente di impianti industriali di rilevanti dimensioni (raffinerie, acciaierie, stabilimenti chimici, cementifici) già inseriti in un sistema strutturato di monitoraggio ambientale.

Per queste aziende, anche superando la soglia del 50% di rifiuti pericolosi destinati a smaltimento, resta possibile accedere ai benefici se dimostrano di non avere superato il limite di due tonnellate/anno in almeno tre delle ultime cinque comunicazioni Prtr. Per le aziende non soggette a Ippc, il superamento della soglia del 50% di rifiuti pericolosi destinati a smaltimento comporta l’esclusione automatica dai benefici, senza possibilità di applicare il criterio Prtr come eccezione.

Per riferimenti sulle interpretazioni operative è possibile, per gli associati, rivolgersi agli uffici delle Territoriali di riferimento.

image_print

Articoli correlati

 Copyright 2016-2025 - Tutti i Diritti Riservati - Unindustria Calabria - C.F.: 97081270791