Nuove norme per la classificazione dei rifiuti in armonia con le norme comunitarie in vigore.
La nuova disposizione, introdotta anche grazie all’importante ruolo svolto da Confindustria, mette finalmente ordine alla materia. Infatti, con le nuove norme in vigore dal 21 giugno 2017, la classificazione dei rifiuti è effettuata dal produttore assegnando ad essi il codice europeo dei rifiuti ed applicando le disposizioni comunitarie in vigore.
Le nuove disposizioni risolvono anche l’annoso problema dell’attribuzione del codice CER per i rifiuti ricadenti nelle cosiddette voci specchio.
La normativa abrogata, infatti, stabiliva che quando le sostanze presenti in un rifiuto non sono note o non sono determinate con le previste modalità, ovvero le caratteristiche di pericolo non possono essere determinate, il rifiuto si classificava come pericoloso.
Invece la nuova normativa stabilisce che la classificazione di un rifiuto come pericoloso deve essere effettuata ricercando solo le sostanze pericolose pertinenti e non tutte quelle che possono conferire le caratteristiche di pericolosità al rifiuto.
La normativa abrogata stabiliva che per individuare i composti presenti nel rifiuto si doveva necessariamente disporre di scheda informativa del produttore, conoscenza del processo chimico, campionamento e analisi del rifiuto. Invece la nuova normativa europea stabilisce che campionamenti ed analisi del rifiuto non vanno eseguiti se il produttore dispone di sufficienti informazioni che gli consentono la classificazione.
Con il vecchio sistema diventavano pericolosi tutti i rifiuti per i quali non era possibile ricercare la composizione integrale di quanto contenevano.
Naturalmente per rispettare la nuova normativa e non incorrere in violazioni sanzionate pesantemente bisogna seguire le procedure e le metodologie definite.
Per qualsiasi ulteriore necessità, rivolgersi agli uffici della sede Territoriale di riferimento.
