Roma, 19 Luglio 2017 – “La fotografia del Mezzogiorno, e della Calabria in particolare, è quella di un area che dal 2015 continua timidamente a crescere, anche se in maniera disomogenea e senza riuscire a colmare i divari apertisi con la crisi”.
Lo ha detto il presidente di Unindustria Calabria Natale Mazzuca, alla guida anche del Comitato per le Politiche di Coesione Territoriale di Confindustria, intervenendo a Roma nella sede degli industriali italiani insieme al presidente Vincenzo Boccia, alla presentazione del Check Up di metà anno che Confindustria e SRM (centro studi del Gruppo Intesa Sanpaolo) dedicano all’economia e alla società meridionale. I dati confermano la tendenza alla crescita moderata, che dovrebbe proseguire anche nella prima parte del 2017.
In particolare, in Calabria il numero delle imprese attive, nei soli primi tre mesi dell’anno, è cresciuto dell’1% (157.480), mentre le società di capitali segnano un +7,6%. Altro segno “più” lo fa registrare il numero delle start up innovative, 162 nel primo trimestre del 2017, rispetto alle 130 dell’anno precedente.
Positivo anche il dato riferito alle imprese femminili, in Calabria sono 38.247 le imprese guidate da donne (+1,4% rispetto al 2016). Qualche segno positivo si registra anche nel settore turistico: cresce il numero di visitatori in Calabria (+39,49% tra il 2015 e il 2016), sebbene si posizioni soltanto al 4° posto nel Sud per il 2016 – dopo Campania, Puglia e Sardegna – in termini di visitatori in valore assoluto.
Se da un lato la Calabria segna punti positivi, in altri ambiti la situazione è estremamente complicata. Particolarmente bassa, seppur in aumento, è la propensione alle esportazioni della Calabria (l’1,2% del Pil). Maglia nera per l’occupazione: la Calabria si attesta all’ultimo posto tra le regioni italiane per numero di occupati, infatti registra il più alto tasso di disoccupazione (23,2%), mentre il Trentino Alto Adige registra appena il 5.4% di disoccupati.
Tra le regioni meridionali, Campania e Calabria sono quelle con i valori assoluti di cassa integrazione ordinaria più alti (8,4 milioni, pari ad oltre 12,6 mila lavoratori equivalenti). “Lo studio di Confindustria e SRM – ha concluso Natale Mazzuca – conferma che una inversione di tendenza è possibile. Serve uno sforzo importante in direzione del recupero di efficienza e di qualità dell’attività burocratica e realizzativa per tradurre in atti concreti piani e progetti contenuti nel Masterplan Mezzogiorno e nei programmi nazionali e comunitari.
La creazione di nuovi posti di lavoro è l’emergenza per rilanciare la domanda interna, restituire potere d’acquisto ai cittadini, ricostituire la coesione sociale, restituire a tutti la dignità di cittadinanza”. (ANSA).