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Appalti, i prefetti: white list di fatto “obbligatorie” per i settori a rischio

Dall’iscrizione volontaria all’obbligo, nel giro di poche ore, sulla base di una semplice interpretazione data dalle prefetture.

E’ appena accaduto con le white list, gli elenchi nati per velocizzare le verifiche antimafia nelle categorie di appalti della filiera dell’edilizia considerati a rischio infiltrazione.

A partire dallo scorso 25 giugno, l’ingorgo di norme maturato nell’ultimo paio d’anni si è sbloccato, ma nella maniera peggiore per le imprese: agli operatori economici è stata imposta l’iscrizione.

Per prima, si è mossa in questo senso Milano, con una nota dello scorso marzo. I suoi uffici hanno messo nero su bianco le indicazioni che, poi, nelle settimane successive sarebbero state recepite (a volte in maniera letterale) da molti altri in tutta Italia.

Mettendo di fatto nell’angolo migliaia di imprese, sulle quali esplicitamente la legge non dice nulla ma che, a questo punto, sono costrette a iscriversi.

In molte città, però, si è deciso di non considerare l’iscrizione un obbligo fino ad un necessario chiarimento da parte del Governo che è stato chiesto anche dall’ANAC.

Per tutti gli aggiornamenti su quanto sopra è possibile rivolgersi agli uffici dell’Associazione Territoriale di appartenenza.

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