Società partecipate, centrali di acquisto, direzioni generali delle amministrazioni.
L’ANAC ha chiuso il lavoro di composizione dell’elenco dei soggetti aggregatori che per legge dovranno accorpare le gare delle Pa italiane, a partire dai piccoli Comuni.
Il risultato, in positivo, è che finalmente abbiamo a disposizione una mappa delle centrali deputate a guidare questo processo di semplificazione. Ma, in negativo, scorrendo i nomi è evidente la fortissima disomogeneità che caratterizza gli enti selezionati.
Ci sono alcuni esempi virtuosi di società già rodate che, da anni, fanno gare per conto delle Regioni: potranno ricevere all’investitura dell’ANAC una spinta ulteriore per potenziare le loro attività. Ma ci sono anche diversi soggetti costituiti solo nei mesi scorsi che, di fatto, non hanno ancora mai svolto attività di aggregazione degli appalti.
Spiccano soprattutto le Città metropolitane, i cui risultati sono una grande incognita. Senza dimenticare che qualcuno è rimasto clamorosamente fuori: nell’elenco non compare un soggetto aggregatore per Venezia, Palermo, Cagliari e Reggio Calabria.
Tra le domande respinte spiccano la società consortile Asmel e Invitalia, esclusa perché si occupa solo di lavori.
