I consorzi stabili possono affidare i lavori da eseguire alle sole imprese iscritte al raggruppamento al momento della presentazione dell’offerta. Inoltre, visto che il consorzio opera come un unico soggetto, non è ammissibile l’ipotesi di affidare in subappalto quote della prestazione a un’impresa inclusa nel raggruppamento.
Sono i due principi ribaditi dall’Autorità Anticorruzione in una recente delibera, emanata in risposta alla richiesta di parere sulla giusta interpretazione della normativa di riferimento.
In particolare con il parere l’Anac ribadisce innanzitutto che non è possibile affidare quote di lavoro a un’impresa aggiunta al consorzio stabile dopo la presentazione dell’offerta alla gara che ha permesso di conquistare il contratto.
Inoltre, il parere chiarisce ancora due connotati specifici dei consorzi stabili. Il primo è che il consorzio «a differenza delle riunioni temporanee di imprese» opera come unica controparte nei confronti della stazione appaltante «sia nella fase di gara che in quella di esecuzione del contratto». Il secondo è che anche in relazione alle proprie singole aziende consorziate « opera sulla base di un rapporto organico, di modo che le attività compiute dalle consorziate siano imputabili organicamente al consorzio».
Da questi presupposti discende che «è da ritenere inammissibile un eventuale rapporto di subappalto tra il consorzio stabile ed un proprio consorziato, proprio in ragione del rapporto di immedesimazione interorganica che lega il secondo al primo».
Del tutto diversa è, invece, l’eventualità che il consorzio affidi in subappalto i lavori, i servizi o le forniture a soggetti esterni al raggruppamento, essendo ciò consentito dal Codice degli Appalti.
