Arriva la Scia per la gestione delle terre e rocce da scavo. Il meccanismo è stato inserito in un D.P.R. recentemente approvato dall’esecutivo nel Consiglio dei Ministri.
Viene eliminato l’obbligo di comunicazione preventiva all’autorità competente di ogni trasporto che riguardi terre e rocce da scavo, anche nei cantieri di grandi dimensioni. E viene introdotta una modalità più rapida per attestare che le terre e rocce da scavo dei grandi cantieri soddisfino i requisiti stabiliti per essere classificate come sottoprodotti e, quindi, essere reimpiegate.
Il meccanismo è simile alla Scia: il proponente deposita il piano di utilizzo delle terre all’autorità competente e, poi, dopo 90 giorni, può avviare la gestione dello smarino, senza attendere un’approvazione preventiva. Il piano di utilizzo delle terre, poi, potrà essere sottoposto a modifiche in maniera più veloce rispetto al passato e potrà essere prorogato.
Le Arpa, poi, dovranno effettuare le loro verifiche in tempi certi. Senza dimenticare le aree sottoposte a bonifica: anche per loro vengono riviste le procedure. Inoltre, viene introdotto un regime speciale per i piccoli cantieri: sarà sufficiente una dichiarazione sostitutiva per avviare l’apertura dei cantieri, «almeno quindici giorni prima dell’inizio dei lavori di scavo».
In questo caso la novità più importante sta nelle definizioni: sono considerati di piccole dimensioni, in maniera chiara, tutti i cantieri che non superano i 6mila metri cubi totali. Viene, così, creata anche una classe intermedia: quella dei cantieri di grandi dimensioni (sopra i 6mila metri cubi) non sottoposti a Via e Aia. Anche per loro sarà sufficiente predisporre una dichiarazione sostitutiva.
Per ogni necessità di assistenze operative o approfondimenti è possibile rivolgersi agli uffici della Confindustria Territoriale di riferimento.