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Il cosiddetto “cumulo alla rinfusa” dei requisiti per i consorzi stabili non vale se si tratta di lavori nel settore di beni culturali, caratterizzati da una particolare delicatezza.
Lo ha affermato il Consiglio di Stato, confermando l’orientamento dell’Anac e precisando che non rileva neanche il tipo di consorzio: «Il consorzio di imprese artigiane, rispetto alla disciplina dei contratti pubblici, è riconducibile, quanto meno per analogia, ai consorzi stabili, possibili anche tra imprenditori artigiani».