Qualche giorno dopo essere stata colpita da interdittiva antimafia un’impresa ha revocato per giusta causa l’incarico a un consulente ritenuto vicino agli ambienti della criminalità organizzata, con ciò ritenendo che il “self cleaning” messo in atto fosse sufficiente a renderla nuovamente idonea ad acquisire appalti pubblici. Secondo una recente pronuncia del Consiglio di Stato, invece, la presa di distanza formale da persone equivoche non basta «a dare piena garanzia dell’effettiva netta cesura dai contesti mafiosi».
I guidici hanno ritenuto che la revoca dell’incarico al consulente adottata subito dopo l’informazione interdittiva avesse il «presumibile solo scopo di eliminare gli effetti del provvedimento antimafia, ferma restando l’inerenza del consulente nella società». E pertanto hanno ritenuto la revoca «elusiva del provvedimento di interdittiva antimafia».