Non c’è obbligo di visto di conformità e di asseverazione dei prezzi per i lavori che ricadano nel perimetro dell’edilizia libera e per quelli che non superino l’importo complessivo di 10mila euro. I due requisiti che consentiranno di evitare gli adempimenti, attivati da qualche settimana in chiave antifrode, saranno alternativi. Non sarà, quindi, necessario averli entrambi.
Un dossier ddella Camera dei Deputati spiega, infatti, come «non vi sia l’obbligo del rilascio del visto di conformità e delle relative asseverazioni/attestazioni, ai fini della fruizione dello sconto in fattura o della cessione del credito, per le opere, già classificate come “attività di edilizia libera” ai sensi del Testo unico edilizia, del Dm 2 marzo 2018 (glossario edilizia libera) e della normativa regionale, e per gli interventi di importo complessivo non superiore a 10mila euro», eseguiti sulle singole unità immobiliari o sulle parti comuni dell’edificio. Fa eccezione il bonus facciate, per il quale questa regola non si applica.
Alla luce di questa doppia possibilità, il campo delle esclusioni da visti e asseverazioni, allora, sarà ampio. Il tetto di 10mila euro basta, da solo, a tagliare fuori molti lavori, come la ristrutturazione di un bagno o l’installazione di una caldaia.
Ma ancora maggiore è l’effetto del richiamo all’edilizia libera. Sono, infatti, 58 gli interventi che rientrano nel glossario unico. si va dalle attività di riparazione, sostituzione e rinnovamento di infissi e serramenti, all’ installazione, adeguamento ed efficientamento di tutti gli impianti di climatizzazione.L’elenco è lunghissimo: c’è la sostituzione di pompe di calore aria-aria, l’installazione, la sostituzione e il rinnovamento di pannelli solari fotovoltaici fuori dai centri storici e alcuni lavori di manutenzione ordinaria tipici delle parti comuni, come quelli sulle pavimentazioni, su grondaie, tubi e pluviali, le inferriate, le scale e gli impianti di estrazione fumi. Oltre ai lavori legati alle barriere architettoniche: nel glossario ci sono installazione, riparazione e sostituzione di ascensori, servoscala, montacarichi e rampe.
Su tutti questi interventi andrà fatta, però una verifica: bisognerà controllare che le attività oggetto del glossario rientrino nel campo di applicazione dei bonus casa.
Va ricordato, a questo proposito, che l’opzione per cessione e sconto in fattura, rinnovata anche per i prossimi anni, riguarda il bonus ristrutturazioni al 50%, l’ecobonus e il sismabonus. E questi bonus hanno delle regole che non sono legate solo all’assenza o presenza di un titolo abilitativo. Per il bonus ristrutturazioni, ad esempio, la manutenzione ordinaria è agevolabile solo per le parti comuni degli edifici (condominiali o di proprietà unica ma con più di un’unità immobiliare). A meno che non faccia parte di un intervento più ampio di ristrutturazione.