Pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto del Ministero delle Infrastrutture, con cui quest’ultimo detta le regole per permettere alle stazioni appaltanti di richiedere le risorse stanziate per fronteggiare l’aumento dei costi e coprire l’adeguamento dei prezzi riconosciuto alle imprese dal DL Aiuti.
Il provvedimento ministeriale individua le opere per cui potranno essere inviate le richieste di accesso. Si tratta degli appalti di lavori e accordi quadro con scadenza delle offerte scaduta entro il 31 dicembre 2021 e degli interventi aggiudicati sulla base di offerte con termine finale di presentazione compreso tra il 1° gennaio 2022 e il 31 dicembre 2022 che non abbiano accesso al maxi-fondo per le opere indifferibili. In entrambi i casi i fondi potranno essere richiesti per compensare i maggiori costi relativi alle lavorazioni eseguite o contabilizzate ovvero annotate dal direttore dei lavori nel 2023. Inclusi anche gli appalti gestiti da Anas e Ferrovie nel caso in cui non siano stati applicati prezzari regionali aggiornati. Trovano copertura nel decreto, infine, anche i contratti affidati a contraente generale dalle società del gruppo Ferrovie dello Stato e dall’Anas «in essere alla data di entrata in vigore del presente decreto, le cui opere siano in corso di esecuzione, per i quali si applica un incremento del 20% agli importi delle lavorazioni eseguite e contabilizzate dal direttore dei lavori dal 1° gennaio 2022 fino al 31 dicembre 2023».
Tutta la procedura sarà gestita per via telematica. Le stazioni appaltanti potranno chiedere di accedere alle risorse presenti nel fondo, appoggiandosi alla piattaforma on line creata allo scopo (https://adeguamentoprezzi.mit.gov.it).
Quattro le finestre temporali in cui si potranno avanzare le richieste. La prima finestra si aprirà tra poche settimane, il prossimo primo aprile, per chiudersi alla fine dello stesso mese. Poi si ripartirà a luglio (dal primo all’ultimo giorno del mese), mentre la terza finestra andrà dal primo al 31 ottobre. Ultimo mese utile per chiedere i fondi sarà gennaio 2024, quando le istanze saranno accettate tra il primo e l’ultimo giorno del mese.
Nella domanda dovranno essere precisate alcuni dati chiave relativi al progetto tra cui elementi chiave saranno il «calcolo del maggior importo dello stato di avanzamento dei lavori rispetto all’importo dello stato di avanzamento dei lavori determinato alle condizioni contrattuali, firmato dal direttore dei lavori e vistato dal responsabile unico del procedimento» e « l’entità delle lavorazioni effettuate, con l’indicazione del relativo stato di esecuzione, contabilizzazione o annotazione nel libretto delle misure». Oltre, ovviamente all’entità del contributo richiesto e agli estremi del conto di tesoreria o, solo nei casi in cui la stazione appaltante non ne sia provvista, del conto corrente ordinario, per l’effettuazione del versamento del contributo riconosciuto.
Se il cronoporogramma disegnato dal decreto sarà rispettato, la risposta del ministero non dovrebbe farsi attendere. Sulle domande il Mit deciderà «cumulativamente» e secondo l’ordine di presentazione delle istanze. Quindi la tempestività di affaccio sulla piattaforma assumerà un ruolo chiave. L’ok o il diniego alle domande avanzate durante la prima finestra arriverà, con decreti direttoriali ad hoc, entro il 31 maggio 2023. Poi si procederà entro il 31 agosto (seconda finestra), entro il 30 novembre per la terza e entro il 29 febbraio 2024 per le istanze presentate con l’ultima finestra. I decreti direttoriali daranno conto anche delle istanze rigettate. In questo caso le stazioni appaltanti potranno riproporre la domanda, motivando la richiesta. Promessa anche una veloce messa a disposizione delle risorse: 30 giorni dall’adozione dei decreti.