Roma, 20 ottobre 2022 – Le imprese italiane e francesi lanciano l’allarme sull’escalation della crisi energetica e sottolineano l’urgenza di intervenire a livello europeo con effetto immediato per frenare i prezzi e per evitare ulteriori danni all’economia.
Tra agosto 2021 e agosto 2022 i costi di produzione nell’industria sono aumentati del 28% in Francia, del 40% in Italia e del 33% nell’UE. In particolare, i produttori europei di fertilizzanti e alluminio hanno ridotto la loro produzione rispettivamente del 70% e del 50%. Un segnale che testimonia come nel prossimo inverno sia molto alto il rischio di perdere capacità produttiva con la chiusura di migliaia di aziende, competitività e posti di lavoro, oltre a quello di delocalizzazioni da parte di realtà industriali ad alta intensità energetica.
Per questo Confindustria e Medef ritengono urgente un rapido e deciso intervento europeo attraverso misure di carattere temporaneo che stabiliscano un tetto al prezzo del gas. Questa misura avrà un impatto diretto sui prezzi per tutti i consumatori finali, comprese le imprese, come dimostrano gli effetti sul mercato elettrico rilevati in Spagna e Portogallo all’inizio di quest’anno. Infatti, questa è l’unica risposta che può dare un effetto reale e immediato sui prezzi dell’energia elettrica, oltre a costituire una prova tangibile della solidarietà europea poiché il costo può essere condiviso tra tutti gli Stati membri.
Inoltre, anche se alcuni segnali in relazione all’acquisto comune di gas a livello europeo vanno nella giusta direzione, per realizzare un mercato integrato e rafforzare la liquidità e la sicurezza dell’approvvigionamento, dovrebbe essere adottata una soluzione strutturale con la creazione di una nuova piattaforma europea del mercato del gas.
Non c’è tempo da perdere, in gioco c’è la sopravvivenza dell’industria europea.