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Made in Italy: cresce export in mercati emergenti, +45% nel 2020

di admin

Expo Milano, 11 maggio 2015 – Le esportazioni italiane di prodotti belli e ben fatti (BBF) nei trenta principali nuovi mercati raggiungeranno i 16 mld nel 2020, dagli 11 del 2014, con un aumento del 45% in sei anni (+27% rispetto ai mercati maturi). La Russia rimarrà il principale mercato emergente per le imprese italiane BBF (3,5 mld nel 2020), ma vedrà la sua crescita penalizzata dal difficile quadro macroeconomico e politico.

Gli Emirati saranno il secondo mercato (3,3 mld nel 2020) e registreranno il più forte incremento dell’import (+1,3 mld). Al terzo posto la Cina (2,2 mld nel 2020), con un aumento molto consistente delle importazioni (+0,7 mld).

Queste le stime della sesta edizione della ricerca “Esportare la dolce vita”, presentata oggi in Expo da Centro Studi Confindustria e Prometeia – con il contributo di ANFAO, ANICA, Assocalzaturifici, Confindustria Alberghi, Federalimentare, FederlegnoArredo, Federorafi e SMI – sulle potenzialità dei prodotti belli e ben fatti nei mercati emergenti dal 2015 al 2020.

I prodotti belli e ben fatti (BBF) sono costituiti da beni di consumo di fascia medio-alta che si contraddistinguono per il design, la cura, la qualità dei materiali e delle lavorazioni. In particolare, “Esportare la dolce vita” si concentra sui BBF dei settori alimentare, arredamento, abbigliamento e tessile casa, calzature, occhialeria e oreficeria-gioielleria.

Le esportazioni italiane di prodotti BBF stanno crescendo grazie all’ampliamento della classe benestante. Nel 2020, infatti, ci saranno 224 milioni di nuovi ricchi in più rispetto al 2014. La metà di essi risiederà nei principali centri urbani di Cina, India e Indonesia, ma cresceranno anche in paesi più vicini all’Italia, come la Turchia. In tali economie le produzioni italiane rappresentano per i consumatori uno status symbol, grazie alla forza delle grandi firme, ma anche al fascino esercitato in generale dall’Italia e dal made in Italy, che costituisce un brand.

Grandi opportunità però non significano sempre facile accesso per le imprese italiane. Per valutare l’accessibilità a questi mercati è stato infatti costruito un apposito indice. Nel ranking dei trenta nuovi mercati gli Emirati sono in testa in tutti i settori, seguiti in molti casi dalla Malesia e dai mercati europei; Russia e Cina, fondamentali per l’export italiano di BBF, non si collocano mai tra i primi dieci paesi.

Turismo e prodotti audiovisivi sono importanti veicoli di promozione del BBF. Il flusso di visitatori stranieri in Italia offre l’opportunità di far conoscere direttamente il made in Italy a oltre sette milioni di turisti provenienti dai paesi emergenti, in particolare da Russia, Cina e Brasile.

Un fattore di criticità è però la loro breve permanenza, spesso di passaggio all’interno di un tour europeo. Ciò accade soprattutto a causa dell’assenza di hub aeroportuali e di grandi tour operator nazionali. L’Expo rappresenta un’importante occasione per superare questo limite perché pone l’Italia per sei mesi al centro del turismo rivolto all’Europa.

Tra i trenta nuovi mercati la Cina offre le maggiori prospettive di sviluppo alle imprese del BBF e nel 2013 l’Italia è diventata il primo fornitore internazionale di questi beni. Per i cinesi i punti forti dei prodotti italiani sono qualità, ampiezza di gamma, design, stile, innovazione e artigianalità e il made in Italy è il target di riferimento nelle tendenze di moda cinesi. Uno dei fenomeni di maggior rilievo è poi lo sviluppo del commercio elettronico, che dal 2013 ha reso la Cina il primo mercato mondiale per valore delle vendite online.

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